CIELO AZZURRO IN UN’ESTATE PIOVOSA

“Era l’estate del 2021…” già con questa semplice premessa, potremo esordire nel prossimo futuro come overture per racconti assurdi di fenomeni estremi. Per usare una metafora meteorologica, per altro non lontana da quanto sta effettivamente accadendo, passiamo da grandine e forti temporali a roventi venti africani nel giro di mezza giornata. Insomma, un susseguirsi di alti e bassi, di sbalzi d’umore collettivo in un’estate da primato. 

Questa estate ne stiamo vedendo delle belle. Lavorativamente parlando, non esistono più vie di mezzo. È sempre tutto più complicato.

Gli ultimi mesi ci hanno abituati ad una vera e propria estremizzazione del lavoro e dei rapporti nonostante le tematiche affrontate siano sempre le stesse. Come se fosse necessario dover dimostrare e difendere costantemente la propria professionalità ed esperienza e, nel momento in cui confermi nuovamente il tuo valore e le tue capacità, inizia un gioco stantio in cui mi trovo costretta a brandire spada e scudo e concentrarmi nel difendere la mia professionalità e quella dai miei collaboratori. Questo mi capita sistematicamente quando metto l’evidenza davanti agli occhi di chi per anni non si è preso cura del proprio parco macchine.

Come se, invece di focalizzare la propria attenzione sulle mancanze reiterate per anni di mal gestione dei propri transfer per poi stendere un piano di intervento risolutivo, è meglio concentrarsi sul trovare la breccia che possa invalidare la mia opinione di esperta e l’operato dei miei collaboratori che hanno invece come unico scopo risolvere il tuo problema in produzione.

Mi sembra quasi che il tuo obiettivo non sia più risolvere l’emergenza grave che ha determinato un fermo macchina improvviso per poi godere dei benefici di un partner qualificato ed esperto del settore come me, bensì provare in tutti i modi che io stia prendendo una cantonata quando ti dico: “occhio perché il tuo transfer sta per saltare in aria”. Stai pur certo che facendo questo lavoro da sempre, non prendo cantonate.

È il tuo modo di negare l’evidenza?

È il tuo modo per convincerti che la situazione non è così grave?

Questa purtroppo è un’abitudine sempre più diffusa che indirettamente tutti noi abbiamo imparato a conoscere soprattutto negli ultimi mesi. Lorenzo Tosa, noto autore italiano, rende benissimo questo concetto in un articolo postato sui social media in seguito agli splendidi risultati sportivi che stiamo ottenendo tra Campionati Europei di calcio e Olimpiadi. Mi sono fermata due minuti, l’ho letto e mi sono rivista al 100%.

“È fine Maggio.

I Maneskin vincono l’Eurovision davanti alla Francia.

Invece di congratularsi, i media francesi lanciano una polemica surreale accusando il frontman di aver sniffato cocaina.

È finita con un test anti-droga e una figuraccia non in euro ma in mondovisione.

È Giugno.

È l’ora degli Europei.

La Nazionale di Mancini vince e convince nelle prime due uscite, di cui una contro la Svizzera,

ma due vecchie glorie transalpine come Barthez e Vieira storcono il naso.

“L’Italia? Vince solo con le piccole. Uscirà presto.”

Risultato? La Francia esce agli ottavi contro… la Svizzera.

Il resto è Storia.

È Luglio.

Arriva il momento della finale a Wembley contro l’Inghilterra.

L’Italia vince con merito e un pizzico di fortuna, e al momento della premiazione i giocatori inglesi,

sprezzanti, rifiutano la medaglia d’argento.

E, come se non bastasse, meno di 24 ore dopo in Inghilterra parte una petizione

delirante per chiedere di rigiocare il match a causa della mancata espulsione di Chiellini.

E fa già ridere così.

Infine, arriva Agosto.

 Marcell Jacobs vince, anzi trionfa, da sconosciuto i 100 metri alle Olimpiadi,

con il tempo mostruoso di 9.80, in faccia a un atleta americano (e un britannico squalificato allo start).

La reazione? Alcuni giornali e giornalisti americani e inglesi insinuano

senza troppo girarci intorno che Jacobs ha vinto grazie al doping.

Senza uno straccio di prove né un minimo di decenza.

Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questa folle estate italiana,

mentre riscoprivamo quel po’ di sano orgoglio nazionale, è che tutti sanno vincere,

ma sono pochissimi quelli che sanno perdere con dignità.

E, tutto sommato, fa ancora più godere.”

È chiaro che Tosa conclude l’articolo con “…e, tutto sommato, fa ancora più godere”. Beh, santo cielo, parliamo di sport, sarebbe strano il contrario. Io però, non sono mai contenta di arrivare a dover dimostrare al cliente che, nonostante tutti i suoi tentativi di minimizzare il problema, di provare nostre “presunte” mancanze di giudizio e chi più ne ha più ne metta, il mio intervento è stato provvidenziale. Non sono mai contenta di queste situazioni perché sono solo un’assurda perdita di tempo e di energie che, al contrario, avrebbero potuto essere investite nella programmazione condivisa di piccoli interventi programmati e puntuali per la conservazione del parco macchine.

Hai solo perso tempo.

Però, così come il nostro popolo sembra dare il meglio di sé quando è messo alle corde, anche io e i miei collaboratori siamo abituati alla pressione. Ci giochiamo ogni partita come se fosse una finale e corriamo i nostri 9.80 sui 100 metri piani. Si perché, oltre ad essere instancabilmente orientati al risultato, siamo anche veloci!

Noi interveniamo in tempo, revisioniamo in tempo, consegniamo in tempo e garantiamo 24 mesi il nostro operato. Questi quattro capisaldi definiscono chi siamo come professionisti.

Adesso sta a te decidere come muoverti.

È compito tuo capire a chi affidare il tuo parco macchine.

Scegli se preferisci stare in un limbo di incertezze in cui dall’oggi al domani può capitare un imprevisto in produzione che ti fa ritardare la consegna della commessa, o affidarti al mio team di esperti. In un’estate quanto più anomala, sta a te scegliere se continuare a subire i danni di grandinate e nubifragi oppure iniziare ad intravedere il sereno per poi poter godere finalmente di un po’ di cielo azzurro nell’estate più piovosa degli ultimi trent’anni.

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Laura Monguzzi
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