
“2001: Odissea nello Spazio” di Stanley Kubrick è una delle cento pellicole meglio riuscite di tutta la storia del cinema. Nel 1968 ci si era immaginati un futuro non poi così lontano, esplorando tematiche profonde come la natura umana o il ruolo stesso della conoscenza. Poi questo fantomatico futuro è diventato il nostro presente e, se il film di Kubrick è considerato un capolavoro della storia del cinema perché ai tempi aveva costituito una svolta epocale, anche al di fuori del genere fantascientifico, il presente che stiamo vivendo è altrettanto “fantascientifico” anche se non lo definirei certo un “capolavoro”.
Per la prima volta nella storia infatti, l’umanità sta vivendo una pandemia su scala mondiale in cui abbiamo visto la popolazione spaccata a metà tra “allarmisti” e “minimizzatori”, tra “moriremo tutti” e “il Covid non esiste”, tra “monolite” e “uomini-scimmia” e chi più ne ha, più ne metta… Facciamo i conti con una nuova certezza: sta circolando un virus che l’uomo non ha mai incontrato e che ha completamente stravolto le nostre vite sotto ogni punto di vista.
Soprattutto all’inizio abbiamo visto che la Sanità non sarebbe stata in grado di sopportare il numero di ospedalizzati che avrebbe causato il virus se fosse stato lasciato libero di circolare. Di conseguenza sono state adottate misure estreme, coercitive, che non si sono certo allineate alla problematica economica degli imprenditori e dei lavoratori.
Abbiamo iniziato a saltare il cappuccio con la brioche e la cena fuori, poi il cinema ed il teatro, poi la corsetta e la passeggiata fino a restare prigionieri nelle nostre quattro mura domestiche, spaventati da un mostro invisibile lì fuori ad attenderci. Ci siamo accorti che quello che ci sembrava noioso prima, una volta reclusi, ci sembrava il paradiso.
Lo scorso anno, per la prima volta nella mia vita, mi stavo preparando a vivere un momento di festa e condivisione, Pasqua appunto, senza festeggiare e senza condividere nulla in realtà. Nessun pranzo in grande era in programma. Nessun preparativo in corso. Camminavo per casa nella speranza di incappare in qualche attività che necessitasse la mia immediata attenzione.