Mese: Gennaio 2021

LE MIE “GUERRE STELLARI”

Nel 1977 George Lucas ci regala un capolavoro dal nome Guerre Stellari dando vita ad una storia che incarna magistralmente l’eterna lotta tra il bene e il male in quel ormai celebre “campo di energia mistica da cui tutti traggono il loro potere chiamato LA FORZA”. Anakin Skywalker è il personaggio più geniale di tutta la saga. È un ragazzo chiamato a compiere qualcosa di immenso. In molti articoli è descritto come il predestinato. Colui che è atteso dalle profezie. Il messia dell’intera Galassia. È colui che riporterà equilibrio nella Forza. Così, il desiderio di controllare la situazione a tutti costi, dettato dalla paura di perdere ciò che più ama, lo trasforma in ciò che più di ogni altra cosa teme: Darth Vader, il prevaricatore.

Altruismo ed egoismo, luce e lato oscuro.

Guerre Stellari altro non è che la metafora fantasy delle battaglie personali che vengono combattute da ognuno di noi nella nostra quotidianità. La differenza è che noi non spostiamo oggetti con il pensiero e non ci muoviamo per la Galassia a bordo di incrociatori stellari.

Così, come la flotta dei Ribelli che da anni sfianca l’Impero Galattico nel tentativo di rovesciarlo per tornare alla Repubblica, tra duelli epici e battaglie su navi stellari, con il tempo e l’esperienza ho capito che esistono battaglie che vale la pena combattere e altre no.

Alla fine è come posizionare i pezzi di un puzzle: per un po’, ci ostiniamo ad incastrare un pezzo impossibile nel luogo sbagliato, poi il tempo e un punto di vista più saggio riescono, alla fine, a mostrarci la verità. Le battaglie ci insegnano che, a volte, perdere fa parte del gioco. Perdere insegna. Anakin Skywalker perde, cede al lato oscuro e, seppur intrappolato in una tuta biomeccanica corazzata, è il più “umano” di tutti e sì, alla fine è proprio colui che riporterà equilibrio nella Forza.

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IL VADEMECUM DELLA MANUTENZIONE PREVENTIVA

Mi reputo una grande estimatrice di proverbi:  frasi ripetute in famiglia soprattutto dai nonni, basate sul buonsenso e sull’esperienza delle generazioni che ci hanno preceduto. In questo scenario, “Prevenire è meglio che curare” è un proverbio di una attualità disarmante visto che viviamo in un momento storico in cui ci sentiamo paralizzati dalla paura per qualunque cosa. La prevenzione, alla fine, è l’insieme delle azioni finalizzate a impedire o ridurre un rischio. In altre parole, è la riduzione della probabilità che si verifichino eventi non desiderati. La cosa meravigliosa è che questo concetto ha validità in ogni ambito.

Quante volte abbiamo sentito parlare di “prevenzione” in campo medico? Quante volte abbiamo sentito parlare di “prevenzione” in campo ambientale? Bene, io parlo di “prevenzione” in campo meccanico. Parlo di tutti quegli interventi che sono rivolti all’eliminazione o alla riduzione dei rischi che possono generare dei fermi macchina improvvisi e deleteri per la produzione.

Guardiamoci allo specchio per un istante.

Voglio fare un esempio semplice ma efficace: l’Italia ha un patrimonio edilizio ad elevata vulnerabilità sismica perché se consideriamo la nostra densità abitativa, gli insediamenti produttivi e il patrimonio storico, artistico, monumentale, in rapporto alla frequenza e alla forza dei terremoti che lo interessano, siamo unici al mondo.

Siamo unici al mondo anche per le violazioni urbanistiche e della disciplina antisismica. Siamo famosi, anche se dovrei dire “famigerati”, per i nostri condoni e le sanatorie. Costruiamo dove non dobbiamo, utilizziamo materiali non idonei e poi ci ritroviamo tutti a piangere di fronte alle immagini che passano i telegiornali.

Rincorriamo sempre il problema anziché prevenirlo.

La prevenzione è un concetto talmente semplice che sembra non comprenderlo nessuno.

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IL METODO SICURO PER RISPARMIARE

È sabato. Come tutte le settimane mi armo di coraggio e pazienza, salgo in auto e mi dirigo verso quello che, per definizione, è luogo più caotico del pianeta il sabato mattina: il supermercato. L’iter è abbastanza consolidato, so a memoria ormai dove trovare frutta e verdura, dove si trova il reparto salumeria, dove sfornano il pane. Nel caos generalizzato di un sabato mattina, tra carrelli che si scontrano, bambini in preda a scenate e capricci davanti allo scaffale dei cioccolatini e inservienti irritati dalla folla, sapere cosa devo fare e dove devo andare, mi rende l’impresa assai meno complessa.

So dove trovare le super marche così come le offerte del mese fino ai prodotti super scontati dove di solito vedo stormi interni di risparmiatori seriali che si calpestano l’un l’altro pur di accaparrarsi l’ultimo etto di prosciutto cotto pre-affettato del bancone.

Io li capisco. Capisco anche la politica del supermercato che opera random riduzioni di prezzo concesse come trattamento di favore ai suoi clienti o anche per propaganda, perché no? La tentazione c’è, non c’era neanche troppa gente in quel momento, do un’occhiata al bancone degli sconti, vedo dell’affettato scontato del 50% e non ci penso due volte.

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