IL PICCOLO CHIMICO

Tutti noi siamo stati bambini. In quanti ci siamo immaginati con un camicione bianco, i lunghi baffi alla Einstein e occhialoni spessi come fondi di bottiglia circondati da beute, alambicchi e provette di ogni sorta adibendo un angolo della nostra cameretta a laboratorio chimico. Pomeriggi interi dedicati a fantasticare su indagini chimiche e preparazioni di sostanze che neanche il migliore dei Gargamella. Ecco, prendiamo lui per esempio. Ai nostri occhi di fanciulli era un uomo potente accompagnato da un gatto perfido tanto quanto lui. Voleva risucchiare l’essenza dei puffi per diventare il più grande mago del mondo e per farlo, si stabilì nel bosco circondato da calderoni e intrugli di ogni genere.

Quando era vicino a compiere i suoi intenti, si lanciava nella sua tipica risata diabolica e noi eravamo lì mezzi impauriti davanti allo schermo a sperare che questo super cattivo non ponesse fine alla storia dei nostri piccoli eroi.

Poi siamo cresciuti e Gargamella è rimasto un semplice mago sgangherato che voleva catturare dei nanerottoli blu per trasformare il piombo in oro e noi tutti qui oggi ad interrogarci su che nesso potesse esserci tra dei mini-esserini col cappello e le più alte tecniche di alchimia: un vecchietto irascibile e megalomane i cui piani falliscono con regolarità, che si ritrova da solo a parlare col gatto e mangiare vasetti interi di meringhe in pieno meccanismo auto-consolatorio.

Io non mi sono mai affidata a un “Gargamella”. Per scelta mi circondo di chimici altamente qualificati e mi pongo come obbiettivo “guidare” i miei clienti verso una scelta consapevole perché, innanzitutto, gli oli non sono tutti uguali e, in secondo luogo, se ti fermi ad analizzarli è possibile migliorare notevolmente la tua lavorazione meccanica.

Ecco allora un iniziale excursus per prendere un po’ più di dimestichezza con le lavorazioni ad olio intero. Quindi, indossa il tanto sognato camicione bianco da “piccolo chimico” e lasciati guidare.

Come sai, molte lavorazioni necessitano l’utilizzo di olio intero come tornitura da barra, pluri-mandrino, rettifica e chi più ne ha, più ne metta. Per farla breve, dove ci sono lavorazioni veloci e minuterie metalliche. La scelta dell’olio adeguato, come spesso accade, risiede principalmente nel prezzo.

Quello che forse non sai, è che ci sono valutazioni da fare che cambiano drasticamente le tue prospettive. Prima di tutto, che tipo di olio scegliere? Minerale? Minerale da Hydrocrack? Sintetico?

Ti racconto le principali differenze, evidenziandoti le varie caratteristiche.

OLI DI BASE MINERALE

Per sua natura l’olio di base minerale tende a degradarsi intorno ad un intervallo compreso tra  90°C e 120°C. La degradazione provoca l’emissione di IPA cioè “Idrocarburi Policiclici Aromatici” che, in sostanza, non sono per nulla salubri.

Questo è uno dei principali motivi per cui tutte le macchine che lavorano ad olio intero sono costrette a montare dei filtri appositi. I filtri devono quindi essere puliti e rimossi quando necessario costringendoti a un fermo macchina e quindi a perdita di ore di lavoro e produzione.

La viscosità inoltre è, diciamo così, creata artificialmente. L’olio base “nasce” con viscosità di circa 8/9 cst e viene portata al valore desiderato (per esempio 20, 32, 46 cst) con additivi addensanti. Questi additivi, sotto l’azione meccanica e della temperatura, si consumano e l’olio perde la sua viscosità diventando più liquido.

Questo processo viene misurato tramite un parametro che si chiama “indice di viscosità”. Più è alto, meglio è. L’olio minerale si aggira intorno a 100. In sostanza ci dice quanto un olio cambia in funzione della temperatura. E gli oli minerali cambiano tanto.

Avendo poca resistenza meccanica, questi tendono a creare depositi che dovranno essere spesso rimossi con aumento dei costi di gestione.

C’è poi la questione dell’infiammabilità: le basi minerali hanno un punto di infiammabilità intorno ai 180/200 °C e in presenza di vapori saturi basta una scintilla all’interno della macchina affinché prenda fuoco. Per esperienza posso dire di aver visto qualche macchina bruciata.

A fronte di tutto quello che ti ho raccontato, vuoi che ti sveli il segreto che determina l’amore viscerale di molti verso questi oli? Gli oli minerali costano pochissimo! Eccoci qui! Trai da solo le conclusioni.

MINERALE DA HYDROCRACKING

L’Hydrocracking è una lavorazione speciale del petrolio greggio che viene utilizzata per produrre oli base con un indice di viscosità significativo. Il metodo si basa sulla raffinazione del petrolio idrocatalitico. A causa di ciò, le frazioni “cattive” vengono rimosse convertendole in altre sostanze. Risulta che, in termini di purezza, l’olio ha proprietà simili a quelle sintetiche, ma con un bel po’ di differenze.

La base creata dalla tecnologia di hydrocracking ha proprietà migliorate rispetto al minerale. La sintesi HC consente di ottenere un lubrificante con un indice di viscosità di 150 unità (meglio dei minerali). L’introduzione di additivi EP e anti-invecchiamento completano poi la formula.

Che vantaggi ho? Innanzitutto efficacia rispetto a sovraccarichi meccanici o di temperatura; resistenza alla formazione di depositi; bassa formazione di nebbie; viscosità ottimale ed elevata solubilità degli additivi.

C’è anche il rovescio della medaglia come l’aumento della volatilità; la tendenza a provocare la formazione di corrosione; un rapido invecchiamento e, di conseguenza, necessità di frequenti sostituzioni.

In sintesi, se decidi per un olio minerale da Hydrocrack, mettiti il cuore in pace e la mano al portafoglio, perchè bisognerà sostituirlo spesso, vuoi per la volatilità, vuoi per la degradazione.

SINTETICI DA FONTI RINNOVABILI

Premessa che ti spiazzerà: gli oli sintetici non sono oli. Sono a base di esteri che sono prodotti della neutralizzazione degli acidi carbossilici con alcooli. Le materie prime da cui si parte sono oli vegetali, come colza, mais o addirittura cocco. Gli esteri presentano numerosi vantaggi rispetto a tutti gli altri concetti di base noti.

In primo luogo, le molecole di estere sono polari, cioè la carica elettrica è distribuita in modo che la molecola stessa “si attacchi” al metallo. Così facendo l’utensile avrà modo di lavorare meglio e più velocemente e si avrà un minor spreco di olio.

In secondo luogo, la viscosità degli esteri è impostata nella fase di produzione. Si può fare a meno di additivi addensanti che “si bruciano” durante il lavoro, evitando così l’invecchiamento dell’olio. Inoltre l’indice di viscosità è molto alto (>200) quindi non subiscono trasformazioni con il variare della temperatura.

Dal punto di vista ambientale possiamo affermare e dimostrare l’assenza di frasi di rischio in etichetta e la biodegradabilità >90%, che non è poco di questi tempi. Inoltre essendo totalmente privi di parti minerali, non daranno origine a quei famosi IPA che, oltre ad essere estremamente dannosi per la salute, intasano i filtri e richiedono manutenzioni più frequenti.

Ma il vantaggio principale degli oli sintetici è la stabilità ossidativa termica. Cioè, resistono molto meglio alle temperature di lavorazione e non emettono fumi, nebbie e depositi dovuti alla degradazione. I rabbocchi di prodotto fresco saranno quindi meno frequenti e la manutenzione della macchina praticamente assente.

Vogliamo parlare di infiammabilità? Ok, questi fluidi hanno temperature di infiammabilità > di 300 °C risultando quindi sicuri per le macchine utensili e per gli operatori. Ci sono svantaggi? Costano un po’ di più degli oli da Hydrocrack. Ma il costo è ampiamente ammortizzato dalla minor quantità di rabbocco e dalle minori fermate per manutenzione.

Ora, non sai comunque cosa scegliere? Lecito! Vengo io in azienda da te!  Analizzerò la situazione e ti dirò come risolvere problemi di cattivo odore in reparto per esempio. Se il tecnico a cui ti stai rivolgendo ora sapesse di cosa stiamo parlando e se avesse il prodotto giusto da proporti, lo farebbe. Peccato che non ce l’ha. Se ti rivolgi a un Gargamella, ti rifila un intruglio di Puffi!

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