NOTTI MAGICHE

Nel 2019 una legge ha reintrodotto a scuola l’insegnamento dell’educazione civica. La cosa bella è che ci sono centinaia di argomenti connessi e correlabili tra loro volti alla comprensione delle dinamiche di natura economica, civica e ambientale della nostra società.

Sicuramente l’idea è quella di sensibilizzare le menti più giovani, migliorare le loro competenze civiche, spingendoli verso una condotta critica per poter affrontare diversi temi in maniera consapevole e adulta.

Fin qui, tutto bene.

Fin qui, tutti d’accordo.

Poi però arriva il 2020 e sappiamo tutti cos’è successo.

Arriva un lockdown che ci costringe tutti in casa per mesi. Arriva una troppo breve boccata d’aria estiva che ci ricatapulta da capo all’inizio dell’autunno per poi farci affrontare uno degli inverni più faticosi da gestire degli ultimi decenni. Ed è qui che la gente comincia a dare di matto.

Gli effetti collaterali della pandemia sono evidentissimi, a cominciare dallo shock della reclusione per il lockdown, al senso di incertezza verso il futuro, alla angoscia, alla precarietà. Ed ecco allora che gli stessi ragazzini che si stavano preparando a diventare adulti consapevoli e responsabili, piombano in uno stato di disinteresse generale, disimpegno e non curanza. Negli ultimi mesi si sono registrati tantissimi casi di gruppi di giovani che si davano appuntamento nelle piazze cittadine per dare il là a risse epocali; c’è stato un aumento di episodi legati ad atti vandalici a beni di interesse storico artistico e culturale e via discorrendo…

Poi, un mezzo miracolo.

Quasi in contemporanea con l’arrivo della zona bianca, inizia il recupero dell’edizione 2020 degli Europei di calcio. Si levano le mascherine all’aperto e si montano i maxischermi. Contagi in diminuzione ed entusiasmo in aumento verso qualcosa che, di nuovo, ci riguarda tutti ma finalmente ha tutto un altro sapore. Si perché ora, il tricolore esposto sui balconi e alle ringhiere, ha un altro significato.

Ed ecco che sulle piccole testate giornalistiche di zona cominciano a diminuire articoli e foto di monumenti ridotti a brandelli e aumentano foto di amici seduti sul pratone dal parco davanti a uno schermo gigante con la parrucca tricolore e la bandiera legata al collo neanche fosse un mantello di chissà quale supereroe. Quello che mancava era proprio questo in fondo: sentirsi parte di un progetto comune da condividere positivamente con qualcun altro.

Ci è mancata tanto la pizza che arriva in ritardo perché tutti hanno ordinato la pizza la sera della partita. Chiudere gli occhi quando viene posizionato il pallone sul dischetto prima di calciare il rigore decisivo. O, più semplicemente, abbracciarsi di nuovo dopo un goal. Arrivare in ufficio il giorno dopo ed essere finalmente accolti con un sano e gioioso “hai visto la partita ieri?”

La sera di martedì 06 Luglio 2021 la nazionale italiana di calcio si qualificata per disputare la finale del campionato Europeo e, la mattina successiva, sul più famoso giornale sportivo, leggo queste brevi righe:

“Comunque vada, grazie Mancio. Quando Roberto Mancini si è seduto sulla panchina Azzurra, la nostra nazionale attraversava uno dei momenti più bui della propria storia. Il mister si è messo subito al lavoro, fianco a fianco con i compagni di una vita, calcistica e non. Attraverso chiari principi di gioco, duro lavoro e una dose di sana follia, Mancini ha costruito un gruppo di ragazzi diventato una famiglia. Una famiglia che crede fermamente in se stessa e nei propri obiettivi. Una famiglia che sta facendo vivere un sogno di mezza estate ad un Paese che, dopo un anno traumatico, aveva solamente bisogno di un pizzico di magia. Un bisogno di notti magiche.”

La mattina di mercoledì 07 Luglio 2021 per le vie della città, i ragazzini indossano la maglia azzurra e sugli stessi monumenti oggetto della loro rabbia e della loro frustrazione, oggi sventola il tricolore.

Laura Monguzzi
…una notte magica di un’estate italiana

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