PAESE CHE VAI…

Pochi giorni fa ho letto un articolo su una delle testate giornalistiche a maggior tiratura. Mi è piaciuto particolarmente perché paragonava il nostro parlamento ad una cucina i cui cuochi elogiano il digiuno, o a un ateneo i cui docenti celebrano l’ignoranza o ancora ad una chiesa i cui preti dal pulpito predicano l’ateismo. Effettivamente non è stato uno spettacolo particolarmente piacevole. Siamo partiti il 24 gennaio, e da lì ci sono voluti sei scrutini, cinque giorni e il quasi sacrificio dell’attuale Presidente del Consiglio per poi ritrovarsi con mazzi di schede bianche e nomi che fanno accapponare la pelle. Meno male che ci sono i social network (luogo per altro in cui siamo tutti virologi, poeti e statisti) intasati di meme che hanno commentato passo dopo passo questa corsa al Colle.

Quindi, tra una figuraccia e l’altra del nostro parlamento agli occhi di tutto il mondo, qualche risata ce la siamo pure fatta. È una scelta discutibile perché il Presidente è anziano? Non saprei, dopotutto siamo il paese che ha scelto Pertini, Napolitano e via discorrendo. Non è che loro avessero tante primavere in meno di Mattarella. Non ci piace perché non è una donna? Beh, se i presupposti sul perché eleggere una donna come capo dello Stato sono quelli che siamo stati tutti costretti ad ascoltare dai media, forse è anche meglio così.

Penso che l’aspetto che personalmente mi ha disturbata e che quindi, inevitabilmente leggo come la sfaccettatura più triste, è che in tutta questa vicenda, nessuno abbia voluto prendersi la responsabilità sulle proprie spalle. E, scusate se mi ripeto, dopo sei scrutini, cinque giorni di nomi ridicoli e il quasi sacrificio dell’attuale Presidente del Consiglio, eccoci qui a vedere come unica soluzione possibile ritornare sui nostri passi “perché tanto la Costituzione lo prevede”.

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Oli e Lubrificanti

UN FUTURO PER I NOSTRI FIGLI

Se chiedessi a Marco, un ragazzino delle scuole medie, di recitarmi la definizione di “petrolio” riportata sul suo libro di tecnologia, forse mi direbbe che il petrolio è una miscela liquida di vari idrocarburi, che si trovano in giacimenti sottoterra, negli strati superiori della crosta terrestre. Bravo Marco! Se è uno studente diligente, cosa che mi auguro per lui, Marco aggiungerebbe che il petrolio è una fonte primaria di energia ed è conosciuto anche come “oro nero”. Ciò che Marco non sa è che il petrolio è il motore economico del pianeta. Ogni giorno infatti si stima che ne vengano consumati circa 98.000.000 di barili che corrispondono ad un valore di quasi 7 miliardi di $. Sono sicura che il nostro caro studente sia al corrente che al petrolio sono direttamente legate la produzione di energia, l’industria meccanica, l’industria pesante e l’industria chimica.

Quando Marco gira pagina e legge dal suo libro che al petrolio sono legate anche guerre, inquinamento e povertà, comincia a pensare che questo “oro nero” non luccichi così tanto, in fondo. Come sappiamo, i conflitti sono la conseguenza di un mercato molto ricco e in costante crescita poiché è il fabbisogno energetico ad essere in costante crescita e purtroppo sappiamo fare energia principalmente bruciando petrolio.

“Ma qui si parla delle nuove tecnologie! Perché non usiamo le nuove tecnologie?” chiede Marco dal fondo della classe. Le nuove tecnologie sono troppo giovani e chi ha in mano il mercato ha anche la forza economica per rallentare, se non impedire, i nuovi sviluppi.

Sembra anche sotto gli occhi di tutti che le zone più ricche di petrolio siano sempre coinvolte in guerre che hanno l’obiettivo di instaurare nuove “democrazie” che stringano accordi compiacenti di estrazione con le compagnie petrolifere di qualche superpotenza democratica.

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I 10 COMANDAMENTI

Chiunque di noi abbia fatto un corso di catechismo durante le scuole elementari sa cosa sono i 10 comandamenti. Un decalogo di leggi ricevuto da Mosè sul monte Sinai che tutti dobbiamo osservare per condurre un’esistenza corretta.

Ecco, senza voler essere blasfema, ho anche io un decalogo di leggi imprescindibili che voglio condividere per salvare le tue macchine, salvare la tua produzione e farti dimenticare lo spauracchio di una consegna che non si riesci a rispettare per via di un crash improvviso a uno dei tuoi transfer. Siamo imprenditori e questi sono i problemi che non ci fanno dormire la notte.

Come avrai capito, non è nel mio interesse cercare di intortarti per venderti macchine nuove. So per certo però che i tuoi attuali transfer cominciano ad accusare stanchezza ed è per questo che voglio preservare la tua “Formula 1” e somministrarle la cura per riportarla a gareggiare come una volta.

Con l’esperienza ho capito che esistono battaglie che vale la pena combattere e altre no. Ecco, questa è una lotta quotidiana che scelgo di combattere tutti i giorni. Combatterò domani e il giorno dopo ancora perché so che se riesco a trasmettere questa mia esperienza al cliente, potrà iniziare a dormire sonni tranquilli.

Questa è la mia parola d’onore contro i cantinari e gli improvvisati che oggi operano nel mio settore e che non distinguono la differenza netta tra Metodo ed improvvisazione, tra gioco al ribasso e professionalità.

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Oli e Lubrificanti

MAGIA!

«Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, distillare la gloria, addirittura mettere un freno alla morte… sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi con cui ho a che fare». Queste sono le esatte parole con cui Severus Piton si presentò alla classe di Harry Potter durante la prima lezione di Pozioni alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Scena di una epicità memorabile per tutti gli appassionati della saga. Qui, le pozioni sono mescolanze magiche preparate in un calderone con ingredienti dalle proprietà altrettanto magiche. Le pozioni hanno chiaramente effetti diversi e se un “babbano” (cioè uno senza poteri magici) possedesse tutti gli ingredienti e l’attrezzatura necessari alla preparazione di una pozione, non ne sarebbe comunque in grado, poiché il procedimento richiederebbe anche una bacchetta magica.

Quando si parla di oli e lubrificanti, io e i miei tecnici ci sentiamo un po’ come Severus Piton alla prima ora di Pozioni: abbiamo davanti tanto potenziale, ma gli alunni non si applicano a dovere! Poi, dopo anni di lotte, brutti voti e batoste generalizzate in produzione che neanche il Platano Picchiatore, ecco la svolta. Ecco chi ha capito che era necessario recuperare una bacchetta magica.

Un cliente “babbano”, che ha sempre usato un olio intero di base minerale addittivato con viscosità 18 cts,  benchè sulle lavorazioni non avesse particolari problemi, ha iniziato a riscontrare una decisa fumosità che comprometteva il corretto funzionamento dei filtri. Inoltre è stato costretto a prevedere una serie di frigoriferi a bordo macchine per raffreddare l’olio che, con temperature superiori a 40°C, tendeva a risultare più liquido perdendo le proprie caratteristiche di viscosità.

Altro che olio performante… Altro che Felix Felicis… Questo è un decotto imbarazzante!

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IL TUO ASSO NELLA MANICA

Non mi reputo una giocatrice accanita di carte. Le conosco, questo sì. Mi capita di fare qualche partita sporadica tra una chiacchiera e l’altra durante le sere d’estate, sul balcone, mentre sorseggio acqua e menta. I giocatori incalliti sono sicuramente altri. Ho fortuna! Quindi non è sicuramente piacevole per i miei avversari giocare contro di me. Mi capitano di solito diverse mani fortunate, belle carte e, in generale, pesco sempre un sacco di jolly. Perché diciamocelo: a carte bisogna esser bravi, ma anche la giusta dose di fortuna ci da una grossa mano.

I Jolly…..

Mio marito mi dice sempre “…e gioca sto jolly, tanto lo so che ce l’hai…” 

Dopotutto è risaputo che il jolly è una carta col potere di essere giocata in sostituzione di una qualsiasi altra carta specifica in qualsiasi momento della partita. Il suo scopo infatti è quello di dare un vantaggio speciale al giocatore che la possiede, tanto che il termine “jolly” lo usiamo nella quotidianità per indicare qualcosa che può sostituirsi liberamente ad altro o anche, in linea generale, per indicare una opportunità extra, una chance in più. Nelle compagnie teatrali, per fare un esempio, il jolly è il classico “senza parte” che si trova poi ad interpretare un personaggio già assegnato ad un altro attore, nel caso in cui quest’ultimo sia impossibilitato a salire sul palco. Quindi i jolly sono un po’ dei factotum.

Però se usciamo un attimo dall’ottica della scala quaranta sul balcone con la famiglia, i “tuttofare”, i “factotum” o i “jolly”, chiamiamoli come vogliamo, non sono così affidabili. Chi fa tutto, sa sempre arrabattarsi ma non è quasi mai un drago in un settore specifico. Quindi, se vai a fare castagne la domenica con gli amici, ok affidarsi ad un “jolly”, ma se ti trovi a dover assegnare un ruolo specifico o una mansione strategica ad una persona all’interno della tua azienda, non puoi affidarti ad un “jolly” che fa tutto e non fa nulla.

Devi giocarti la carte giuste.

Devi calare l’asso.

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