Oli e Lubrificanti
NEBBIA IN VAL PADANA

Ho sempre trovato qualcosa di estremamente poetico nella nebbia. È silenziosa. È malinconica. È introspettiva. Anche Pascoli disse la sua sull’argomento. Si rivolge alla nebbia come ad una vecchia amica e le chiede di nascondergli le vicende passate e lontane, perché provocano solo pianto e dolore. Quante volte, durante le sere d’inverno, abbiamo visto la nebbia come una barriera difensiva che potevamo ergere tra il caldo del nostro soggiorno e il mondo esterno, lasciandoci vedere solo ciò che è vicino. Noi brianzoli conosciamo bene questa sensazione. Chiunque sa che il nostro paesaggio è famoso per la nebbia che lo avvolge, soprattutto nelle stagioni più fredde e nelle giornate più uggiose, circondando lo scorrere delle ore di un alone misterioso. Un fenomeno atmosferico all’ordine del giorno, è vero, ma per noi brianzoli la “scighera” non è solo nebbia.
E’ un momento, un modo di essere, uno stato d’animo. Ti entra nelle ossa e nell’anima e ti fa venir voglia di polenta e gorgonzola, di lesso con la mostarda, di minestrone. Cose così. Il bello della scighera è che la trovi nei campi, nei vicoli silenziosi dei paesini o nelle strade delle città.
Offusca i contorni delle chiese, delle case e ci restituisce un senso di protezione. Quasi materno. Potrei andare avanti all’infinito. Tutto questo è molto bello finche la schighera resta fuori, all’aperto. Poi te la trovi nella tua officina e ti passa la poesia in un attimo.
Sappiamo bene che le lavorazioni meccaniche producono calore. L’utensile infatti arriva ad altissime temperature e sui punti di contatto con il metallo in lavorazione viene irrorato il refrigerante. Che sia olio intero o emulsionabile la sostanza non cambia.